Si inaugura il 9 Giugno alle ore 18.30 la mostra Giugno d'artista a cura di Giustina Coda e Julia Carraro, presso la Galleria Comunale Spazio Giovani, via Venezia 41, sulla Muraglia a Bari.
Opere di:
GIUSEPPE ABBATTISTA
LORENZO CARADONNA
STEFANIA CARRIERI
LORENZA COLALUCE
FEDERICA LISI
CRISTINA MANGINI
COSMA PEPPINO
ROBERTA RESCINA
TERESA ROMANO
MARCO TESTINI
ELISA ZAMBETTA
Ricerche formative, regole comuni, riflessioni linguistiche diverse: l'evocazione costante del corpo la cui fisicità è spesso oltrepassata, lacerata o ambigua e nascosta è il tema ricorrente di questa mostra di inizio estate. La proposizione di differenti processi di concettualizzazione conferma la voglia di sperimentazione che si dimensiona in proposte aperte e consapevoli. Giuseppe Abbattista dilatando il margine di una visione scientifica crea una sua Monckey, protagonista di una perfetta e riuscita fusione tra l'umano e la bestia, tra uomo e scimmia. Lorenzo Caradonna propone una realtà deformata, in una lettura critica e ambigua dell'omologazione della società, rivelando, nei ritratti, lati oscuri dell'apparenza. Costruisce una originale visione cromatica della pelle Stefania Carrieri: il graffio di un dio qualsiasi, uno per tutti, una sorta di "decoratore" degli uomini per ricomporre utopisticamente la diversità. Ospita parole, pensieri, aforismi il corpo di Lorenza Colaluce: il corpo diventa mezzo artistico per altro, per quanto serve alla mente, il senso del corpo scaturisce dalla sovrapposizione della parola. Una parodia intrigante, la decostruzione del titolo di un film di successo e un giocoso slittamento di senso per la scultura di tappi riciclati di Federica Lisi di vago sapore pop e concettuale. Operano sul versante informale Cristina Mangini e Elisabetta Zambetta: stratificano colore e materia articolando spazi mentali a cui si aggiunge un messaggio comunicazionale, la prima lacerando lo spazio in composizione modulare, l'altra creando grate di forte suggestione simbolica. La manipolazione pittorica di Cosma Peppino allude soltanto alle cose futuriste. Registra il fulmineo movimento di un musicista fermando la velocità irradiante del corpo senza cedere ad alcun dettaglio, restituendoci solo l'esplosione energetica della musica. Si confronta Roberta Rescina con una cultura altra, ancorando la sua ricerca a temi antropologici lontani dalla sua esperienza e in cui l'evoluzione del corpo della donna conduce all'universalità della comunicazione. Marco Testini elabora un frammento, un particolare. Sradica e separa una parte del corpo conservandone l'immediata lettura pur in una anomala fenomenologia cromatica. Il doppio senso, la doppia identità della stessa parola permette a Teresa Romano di navigare in transiti immaginari del pensiero. La riconoscibilità di un oggetto trasformato stimola e muove a successive verifiche oltre la forma e la percezione verso una smaterializzazione che conduce a nuovi processi creativi.
Giustina Coda
Pubblicato da Teresa Romano a 11:08 AM 0 commenti
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