22/09/09

Raccomandabili sez B - Galleria Bluorg (Bari)







La 2^ edizione della mostra collettiva d'arte contemporanea RACCOMANDABILI, promossa dall'Associazione Culturale "Galleria BLUorG", S'inaugura oggi 15 settembre alle ore 19.30 presso la propria sede in Via Marcello Celentano 92 a Bari. Il progetto , nato da un'idea del prof. Giuseppe Bellini, a cura di Giustina Coda, assiema le opere di quattro artisti pugliesi: Francesco Granito, Beppe Labianca, Rosemarie Sansonetti, Donatella Vox; i quali espressamente dichiarano il loro personale interesse per la promozione e divulgazione dell'arte delle nuove generazioni, presentando le ricerche di quattro giovani artisti : Danilo De Mitri, Pasquale Gadaleta, Sergio Racanati, Marco Testini.

In una felice e già sperimentata modalità di incontro, la mostra offre una varietà e una sequenza di tecniche e di stili che conducono lo spettatore ad una visione suggestiva di alcuni frammenti della ricerca artistica contemporanea.
In un gioco lieve Francesco Granito sceglie l’antitesi, il gusto dell’ossimoro, del rapporto binario, in una singolare e simultanea compresenza di elementi fisici e poetici. Realtà e finzione, entità fisica e pensiero, peso e leggerezza. E l’antitesi è negata, nullificata nella leggerezza informe e poetica della pioggia che si fa pietra in un inquieto rapporto di tensione mentale.
Beppe Labianca propone un coinvolgente e poetico autoritratto. La materia ferrosa è impaginata come simulacro, copia elaborata con impronte, segni e pigmenti. Declina in una combinazione simbolica e scenografica il mistero della vita e della morte, in un inverarsi dell’esistenza nell’inatteso avvicinamento lirico dell’azzurro del mare.
La forza dell’opera di Rosemarie Sansonetti è nell’azione della luce, strumento di conoscenza, di svelamento, che ci rende percepibile quello che non si può vedere, una sorta di processo di ricerca dell’illuminazione di cui è permeata la cultura Zen. Porzioni di realtà, forme geometriche la cui materialità è data dalla luce che è dilatazione chiara e imprendibile, forma di una spiritualità che nasce dalla profondità della ricerca dell’artista.
Sui confini della rimeditazione artistica, l’iconografia dell’Annunciazione muta nell’opera di Donatella Vox. Fa scomparire la scena, non c’è casa, non c’è giardino, assente la Vergine, sola presenza è l’Angelo nunziante davanti ad una finestra, le braccia levate al cielo: Angelo soccorritore, protettore di una umanità sofferente?
Danilo De Mitri fa un uso forte dell’obbiettivo fotografico. Brani di vissuto segnati da contaminazioni emotive e sensoriali, declinati in un linguaggio ansioso. L’esclusività di un volto o di una immagine femminile si riveste di una condizione di ambiguità, con carattere fascinoso e avvolgente occulta dietro trucchi, frammentazioni e interventi pittorici, la donna, oltrepassandone la riconoscibilità in attente composizioni progettuali che manifestano voglia di vivere, voluttà e tristezza insieme.
Pasquale Gadaleta imprigiona le sue origini e il suo presente, la memoria materica delle Processioni del suo paese e il lavoro di artista, in una dimensione meditativa plasmata dalla cera. Blocca nella bidimensionalità una simbologia arcaica, in cui riaffiora la rielaborazione sapiente della cultura popolare che diventa corposa sostanza mentale. Le proiezioni simboliche del passato si impongono nella materia, calibrate ed evocate in elementi emergenti e fortemente significativi.
Sergio Racanati propone un laboratorio di costruzione sinergico di “immagini” e suoni che raccontano l’indecifrabile rapporto con la realtà virtuale. Dalla creazione e dalla elaborazione di funzioni matematiche, all’analisi della chat line come nuovo luogo di relazione, indaga con attitudine scientifica sull’invisibilità che caratterizza la nostra epoca e su nuove possibili nozioni di identità .
E’ un percorso ironico ma non dissacratorio quello di Marco Testini. Rimuove una parte del corpo e la ripropone oggettualmente, modificandola nella percezione. Una piccola scultura caricata con enfasi compiaciuta di colore: ed ecco tre bocche-bandiera fischiettanti l’inno nazionale. Un giocoso invito per lo spettatore sottende l’attenzione per le rilevanti contraddizioni e i problemi di tre grandi stati, lontano da ogni retorica della patria e dei suoi simboli.

Giustina Coda

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